Piani strategici dell’Asse


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Videoconferenza n. 50 / 19 settembre 2025

ABSTRACT

Il territorio russo ha rappresentato per secoli l’obiettivo strategico di numerosi attacchi profondi dei suoi vicini invasori. Nel Mein Kampf Adolf Hitler auspicò la completa occupazione delle terre orientali, così da sottomettere i popoli slavi e carpirne gli immensi spazi, ricchi di prodotti alimentari e di materie prime. L’Italia, interessata ad avere un predominio nel Mediterraneo e ritagliatasi una presenza in Africa orientale, aveva pochi o scarsi interessi nei possedimenti sovietici. La repentina conversione della Germania alla crociata antibolscevica, altrettanto realistica ma dalle profonde ragioni ideologiche e strategiche, colse l’Italia impreparata.

Mussolini era obbligato, per subalternità d’alleanza, a rinunciare alle pur limitare forniture sovietiche e a ipotizzare anch’egli un possibile attacco all’Urss. Il proposito del Duce di inserirsi anch’egli in questo piano militare di portata storica va ricercato quindi nel tentativo velleitario di ritagliare per sé una posizione di visibilità all’interno dello sforzo bellico dell’Asse. L’obiettivo era quello di essere presente fin dall’inizio a ciò che sembrava una nuova e vittoriosa «guerra lampo», dopo quelle che avevano sbaragliato l’Europa settentrionale e occidentale.

Lo sbilanciamento a favore dei tedeschi imponeva all’orgoglio di Mussolini di intervenire a sua volta in un contesto in cui, secondo i presupposti ottimistici del Führer, la Germania avrebbe ottenuto una vittoria epocale, che avrebbe di riflesso dato slancio anche all’avanzata in Egitto e fatto crollare il predominio britannico nel Medio Oriente. Solo facendo parte di questa formazione, il Duce avrebbe attratto a sé una parte di gratitudine di Hitler, ottenuto un successo propagandistico senza precedenti e carpito parte del bottino politico ed economico in palio nella corsa verso Est, attraverso le due tenaglie del Caucaso e di Suez.

CURRICULUM VITAE

Giovanni Cecini (1979) si è laureato in Scienze politiche nel 2003 e in Storia contemporanea nel 2007 presso l’Università La Sapienza di Roma. Ha collaborato e collabora tuttora con gli Uffici storici dello Stato maggiore dell’Esercito, della Difesa e dell’Arma dei carabinieri, con il Museo storico della Guardia di Finanza, con l’Enciclopedia Treccani e con Rai Storia. Dal 2018 lavora come docente a contratto presso l’Università Niccolò Cusano di Roma. È membro della Società italiana di storia militare e della Società italiana per lo studio della storia contemporanea. Svolge da tempo attività di divulgazione sul canale Youtube che porta il suo nome. Ricordiamo solo alcune delle sue pubblicazioni:

(2008) I soldati ebrei di Mussolini. I militari israeliti nel periodo fascista, Mursia, Milano.

(2016) I generali di Mussolini. Da Pietro Badoglio a Rodolfo Graziani, da Mario Roatta a Ugo Cavallero. La storia mai raccontata dei condottieri del regime, Newton Compton, Roma.

(2021) Il salvataggio italiano degli ebrei nella Francia meridionale e l’opera del generale Maurizio Lazzaro de’ Castiglioni, Ufficio storico Stato maggiore dell’Esercito, Roma.

(2024) Storia militare della guerra russo-ucraina 1917-2014 (assieme a Mirko Campochiari), Parabellum edizioni (senza luogo).

(2025) I grandi eroi italiani della Seconda guerra mondiale. I combattenti che con il loro coraggio hanno contribuito a liberare l’Italia dal nazifascismo, Newton Compton, Roma.


Cronologia minutaggio della videoconferenza

La cronologia della videoconferenza verrà aggiunta non appena possibile, dopo la pubblicazione del video.

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    Raffaele Capasso

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