NOTE – D.F. TORINO

La ritirata della Torino durò 29 giorni, da domenica 20 dicembre 1942 a domenica 17 gennaio. I cerchietti con le due spade incrociate indicati nella cartina allegata tra i documenti al numero 6, sono le località dove il “blocco nord” dovette combattere per aprirsi la strada.

In località Arbusowa le varie colonne si ammassarono e furono bloccate dal 21 al 23 dicembre e non a caso la località viene ricordata come la valle della morte.  Ammassati all’addiaccio perché non esistevano ripari, senza cibo perché nessun servizio esisteva più (non così per i tedeschi…), la valle fu arata dai colpi della Katiuscia. Assalti alla disperata allargarono la stretta ma il sollievo fu di breve durata.

Un caro reduce modenese, a cui mando un reverente pensiero, raccontava che il rumore nella valle era costantemente assordante e che sullo sfondo si percepiva un coro di “basta … basta…”.

La notte sul 24 una parte degli assediati, forse 10mila sui 25mila che si suppone siano arrivati nella valle, riuscì a rompere l’accerchiamento. Dopo una marcia che venne detta “degli allucinati” giunsero a Cercowo. Era il giorno di Natale e ancora in quelli seguenti continuarono ad arrivare i superstiti come il mare che accompagna sulla spiaggia i relitti del naufragio.

Cercowo, centro ferroviario lungo l’arteria su cui transitava la linfa che alimentava l’Arm.I.R., era uno dei nodi logistici delle nostre retrovie.  Gli edifici della cittadina, ora in Ucraina, alloggiarono finalmente i superstiti e i magazzini viveri ancora pieni, distribuirono finalmente cibo.

Poi anche lì si chiuse il cerchio e ci fu assedio. Truppe raccogliticce italo-tedesche provvidero alla difesa. I nostri tre generali presenti lasciarono il comando ad un colonnello tedesco… Si organizzò un ospedale, arrivarono anche aerei con rifornimenti perché per un certo periodo ci fu addirittura un piccolo campo di atterraggio.

Fatte vane le speranze d’essere liberati, alle 17,30 del 15 gennaio, dopo venti giorni di assedio, abbandonando i feriti ricoverati all’ospedale, i superstiti italo-tedeschi, tra cui 1800 della Torino, ruppero l’accerchiamento.

Alle ore 22 del 16 gennaio i primi sopravissuti raggiunsero le linee tedesche a Belowodsk!!! Solo a marzo, quando ci furono le condizioni per controllare gli organici dei vari Reparti, si capirono le dimensioni della tragedia.

Il 31 maggio, acquartierati nella zona di Gorizia i superstiti ancora efficienti, quella che fu la 52° Divisione di fanteria autotrasportabile Torino, veniva sciolta.

L’Esercito della Repubblica italiana ha raccolto l’eredità della Divisione Torino nell’82° Reggimento Fanteria Torino che, alla data di questo articolo, ha sede a Barletta.

Il 52° reggimento di artiglieria divisionale della Torino invece, ricostituito in Acqui Terme nel 1947 in quella che era stata – ironia della sorte – la sede del 2° rgt. di artiglieria di C.A. che mandò in Russia molti Gruppi di A. di C.A. e un Gruppo di A.A., non compare più, a quanto mi risulta, come numerale tra le Unità di artiglieria dell’E.I.

Bulgarelli – settembre 2020

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